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Anna Pulcina
AOU Meyer, SOSA Diabetologia Pediatrica, Firenze
Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell’alimentazione

Coautori

Definizione e classificazione

Definizione

Con il termine di Diabete Mellito (DM) si intende un gruppo eterogeneo di disordini metabolici caratterizzati dalla presenza di iperglicemia legata a difetti nella secrezione insulinica, ad un’alterata funzionalità dell’insulina o alla coesistenza di entrambe le condizioni.
La carenza assoluta o relativa di insulina determina alterazioni che coinvolgono il metabolismo dei glucidi, delle proteine e dei grassi: queste alterazioni sono alla base del quadro clinico che caratterizza l’esordio della patologia.

La diagnosi di diabete è posta con il riscontro, anche in una sola occasione, di glicemia casuale ≥200 mg/dl, indipendentemente dall’assunzione di cibo e in presenza di sintomi tipici (poliuria, polidipsia, calo ponderale inintenzionale).

In assenza dei sintomi tipici della malattia la diagnosi di diabete deve essere posta con la rilevazione, confermata in almeno due diverse occasioni di:
– glicemia a digiuno ≥126 mg/dl (con digiuno si intende almeno 8 ore di astensione dal cibo)
oppure
– glicemia ≥200 mg/dl 2 ore dopo carico orale di glucosio (Oral Glucose Tolerance Test OGTT eseguito mediante l’ingestione di 75 grammi di glucosio e prelievi venosi seriali)
oppure
– HbA1c ≥48 mmol/mol (6.5%), a condizione che il dosaggio dell’HbA1c sia standardizzato secondo IFCC (International Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine) e che si tenga conto dei possibili fattori interferenti.

Per formulare la diagnosi di diabete non sono necessarie le misurazioni di glicemia post-prandiale o profilo glicemico, insulinemia basale o durante carico orale di glucosio, C peptide, autoanticorpi diretti contro l’insulina o la β cellula.

Oltre al diabete esistono altre condizioni cliniche di disglicemia.
Tali condizioni non devono tuttavia essere denominate “pre-diabete”.

I seguenti valori dei principali parametri glicemici sono considerati meritevoli di attenzione poiché identificano soggetti a rischio di diabete e malattie cardiovascolari:
glicemia a digiuno 100-125 mg/dl (alterata glicemia a digiuno o impaired fasting glucose, IFG);
• glicemia a 2 ore dopo carico orale di glucosio 140-199 mg/dl (ridotta tolleranza al glucosio o impaired glucose tolerance o IGT);
• HbA1c 42-48 mmol/mol (6,00-6,49%) (solo con dosaggio IFCC).
Nei soggetti con IFG e/o IGT oppure HbA1c con valori di 42-48 mmol/mol (6.00-6.49%) è necessario ricercare l’eventuale presenza di altri fattori di rischio di diabete (obesità, familiarità per diabete, ecc.) al fine di programmare un intervento deputato a ridurre il rischio di insorgenza della malattia.

Nei medesimi soggetti è inoltre opportuno ricercare la presenza di altri eventuali fattori di rischio cardiovascolare (quali dislipidemia, ipertensione, ecc…) per definire il rischio cardiovascolare globale ed intraprendere gli opportuni provvedimenti terapeutici.
Nei soggetti con IFG, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio per diabete, è importante eseguire la curva da carico orale di glucosio per una migliore definizione diagnostica e prognostica; non è infatti raro che questa popolazione presenti valori glicemici dopo carico compatibili con la diagnosi di diabete.

Una corretta diagnosi differenziale tra diabete di tipo 2 e altre forme di diabete (diabete di tipo 1 ad esordio tardivo, LADA Latent Autoimmune Diabetes in Adults, MODY Maturity onset diabetes of the young) è fondamentale per l’impostazione di una corretta del diabete.

I seguenti valori dei principali parametri glicemici sono considerati meritevoli di attenzione poiché identificano soggetti a rischio di diabete e malattie cardiovascolari:
• glicemia a digiuno 100-125 mg/dl (alterata glicemia a digiuno o impaired fasting glucose, IFG);
• glicemia a 2 ore dopo carico orale di glucosio 140-199 mg/dl (ridotta tolleranza al glucosio o impaired glucose tolerance o IGT);
• HbA1c 42-48 mmol/mol (6,00-6,49%) (solo con dosaggio IFCC).
Nei soggetti con IFG e/o IGT oppure HbA1c con valori di 42-48 mmol/mol (6.00-6.49%) è necessario ricercare l’eventuale presenza di altri fattori di rischio di diabete (obesità, familiarità per diabete, ecc.) al fine di programmare un intervento deputato a ridurre il rischio di insorgenza della malattia.

Nei medesimi soggetti è inoltre opportuno ricercare la presenza di altri eventuali fattori di rischio cardiovascolare (quali dislipidemia, ipertensione, ecc…) per definire il rischio cardiovascolare globale ed intraprendere gli opportuni provvedimenti terapeutici.
Nei soggetti con IFG, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio per diabete, è importante eseguire la curva da carico orale di glucosio per una migliore definizione diagnostica e prognostica; non è infatti raro che questa popolazione presenti valori glicemici dopo carico compatibili con la diagnosi di diabete.

Una corretta diagnosi differenziale tra diabete di tipo 2 e altre forme di diabete (diabete di tipo 1 ad esordio tardivo, LADA Latent Autoimmune Diabetes in Adults, MODY Maturity onset diabetes of the young) è fondamentale per l’impostazione di una corretta del diabete.

Classificazione


La classificazione eziologica del Diabete Mellito a cura della American Diabetes Association (ADA, 2018) è riportata nella tabella 1.
I vari tipi di diabete differiscono per patogenesi e iter terapeutico.

Tabella 1 Classificazione eziologica del diabete (adattato da ADA 2018)
Tabella 2 Diagnosi differenziale tra diabete tipo 1 e di tipo 2

Bibliografia

Standard italiani per la cura del diabete mellito SID-AMD 2018 pag. 5-10.

American Diabetes Association. Classification and Diagnosis of Diabetes. Diabetes Care. 2018;41, (Suppl 1), S15-S20.

Abdul-Ghani M.A., Tripathy D, DeFronzo R.A., Contributions of beta-cell dysfunction and insulin resistance to the pathogenesis of impaired glucose tolerance and impaired fasting glucose. Diabetes Care. 2006 May;29(5):1130-9.

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