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Elisabetta Falbo
Scuola di Specializzazione in Medicina Interna, UniversitĂ  Vita-Salute San Raffaele, Milano

Coautori

Insulino-resistenza

L’insulina è un ormone peptidico che si lega ai recettori di membrana delle cellule bersaglio per orchestrare una risposta anabolica integrata in base alla disponibilitĂ  di nutrienti1. Sebbene l’azione principale dell’insulina sia la regolazione dei flussi di glucosio a livello di tessuto muscolare, tessuto adiposo e fegato, questo ormone esercita anche effetti su vie metaboliche che riguardano substrati diversi in vari organi e tessuti (Figura 1)1, 2. A livello muscolare e del tessuto adiposo l’insulina promuove, rispettivamente, la conversione del glucosio in glicogeno e trigliceridi, inibendo la lipolisi. Inoltre, a livello epatico l’insulina inibisce la gluconeogenesi, la glicogenolisi e la chetogenesi e promuove, a livello muscolare ed epatico, la sintesi proteica.




Figura 1. Effetti dell’insulina sui principali organi e tessuti target. Quasi tutte le cellule dei mammiferi esprimono il recettore per l’insulina, e quindi rispondono a questo ormone 1, 2. VLDL, very low-density lipoprotein. TG, trigliceridi..

L’insulina esercita i suoi effetti fisiologici legandosi al recettore per l’insulina (IR) sulla membrana plasmatica delle cellule bersaglio (Figura 2). L’IR è un recettore tirosin-chinasico formato da due subunitĂ  Îą extracellulari che legano l’insulina e due subunitĂ  β che attraversano la membrana, ogni subunitĂ  contiene un dominio tirosin-chinasico1.





Figura 2. Attivazione del segnale insulinico (adattato da [2]). In seguito al legame insulinico, si attiva il recettore tirosin-chinasico per l’insulina (IR). Questo determina la fosforilazione della tirosina delle proteine dell’IR e dell’Insulin Receptor Substrate (IRS). I siti di fosfo-tirosina presenti a livello degli IRS si legano alla fosfatidilinositolo-3-chinasi (PI3K), che sintetizza il fosfatidilinositolo 3,4,5-trifosfato (PIP3) sulla membrana plasmatica. Ciò determina il reclutamento della 3-phosphoinositide-dependent protein kinase 1 (PDK), che fosforila direttamente il residuo tirosinico-308 della chinasi inibente l’apoptosi (AKT). AKT attivata continua a fosforilare un certo numero di substrati a livello dei residui di serina/tirosina. Questi includono: fattori di trascrizione (Forkhead family box O, FOXO); la proteina della sclerosi tuberosa 2 (TSC2), che consente l’attivazione di mTORC1 e della sua via a valle (ribosomal protein S6 kinase [S6], sterol regulatory element binding protein 1c [SREBP1c]); la glicogeno sintasi chinasi 3β (GSK3β) e RabGAP TBC1 domain family member 4 (TBC1D4). Queste proteine effettrici mediano gli effetti dell’insulina su ingresso del glucosio nelle cellule grazie alla traslocazione del trasportatore del glucosio GLUT4 sulla membrana cellulare; produzione, utilizzazione e assorbimento del glucosio, e sintesi di glicogeno, proteine e lipidi2.

Il concetto di insulino-resistenza può essere ricondotto alle osservazioni di Himsworth e Kerr che nel 1939, usando una combinazione di test di tolleranza al glucosio orale ed endovenoso, furono i primi a dimostrare che la sensibilità all’azione dell’insulina era ridotta nei pazienti con diabete di tipo 2 (DT2). Molti altri negli anni successivi hanno confermato che la progressione dalla tolleranza glucidica normale all’alterata tolleranza al glucosio è caratterizzata dallo sviluppo di insulino-resistenza. Questa coinvolge principalmente il muscolo scheletrico, il fegato e il tessuto adiposo che, in presenza di normali livelli plasmatici di insulina, divengono incapaci di rispondere in modo coordinato per ridurre la glicemia sopprimendo la produzione endogena di glucosio (fegato), la lipolisi (tessuto adiposo) e aumentando la captazione di glucosio plasmatico (muscolo scheletrico, tessuto adiposo) e la sintesi di glicogeno (fegato, muscolo scheletrico)1. Nonostante l’insulino-resistenza abbia una forte componente ereditaria, fattori come l’obesità e l’inattività fisica sono importanti fattori responsabili della diffusione epidemica dell’insulino-resistenza3.
La deposizione ectopica di lipidi e loro metaboliti tossici (acil CoAs a catena lunga, diacilglicerolo e ceramidi) nel fegato e nel muscolo altera la trasmissione del segnale insulinico, causando resistenza all’insulina in questi organi (lipotossicitĂ )4. Sebbene la causa precisa dell’insulino-resistenza sia ancora poco chiara, si ritiene che a livello molecolare contribuiscano lo stress ossidativo, l’infiammazione, mutazioni del’IR, lo stress del reticolo endoplasmatico, la disfunzione mitocondriale (Tabella)5.

Meccanismo molecolareRuolo nell’insulino-resistenza
Iperespressione di PTP1BDefosforila residui tirosinici di IRS-1, alterando la trasduzione del segnale
Mediatori infiammatori e adipochineAttivano le vie del segnale di IKKβ/NF‐κB e JNK, fosforilano residui di serina di IRS‐1*, riducono l’espressione di GLUT‐4 e IRS‐1, degradano IRS
Eccesso di radicali liberiAttivazione di varie vie del segnale dipendenti da serin/treonin chinasi, degradazione di IRS, soppressione di espressione e traslocazione su membrana di GLUT‐4, riduzione della rilocazione di IRS-1 e PIP-chinasi tra citoplasma e microsomi, riduzione della fosforilazione di PKB, fosforilazione di IRS-1*, attivazione di risposte infiammatorie
Difetti della fosforilazione serinica di IRS-1Riduzione della fosforilazione del recettore insulinico, fosforilazione di IRS-1*
ObesitĂ  e adipocitiAttivazione di serin/treonina chinasi, infiammazione, alterazioni della trasmissione del segnale insulinico
Accelerata degradazione dell’insulinaAuto-anticorpi anti- insulina o alterata struttura insulinica dovuta a mutazioni
Disfunzione mitocondrialeStress ossidativo, alterazioni della trasmissione del segnale insulinico
Ridotta capacità recettoriale di legare l’insulinaRiduzione del numero di recettori per l’insulina, riduzione dei recettori funzionali dovuta a mutazioni, auto-anticorpi anti-recettore per l’insulina
Mutazioni di GLUT‐4Mutazioni puntiformi alterano GLUT-4, inibiscono l’ingresso del glucosio nelle cellule insulin-dipendenti e alterano le vie del segnale a valle
Stress del reticolo endoplasmaticoAlterazioni del folding delle proteine e accumulo delle stesse




Tabella. Meccanismi molecolari coinvolti nell’insulino-resistenza (adattata da [5]). *Quando l’IRS è fosforilato da chinasi come IKKβ / NF‐κB e la chinasi c‐Jun N ‐ terminale in siti specifici, come la serina 307, la sua attività di trasduzione del segnale è ridotta. IRS‐1: insulin receptor substrate‐1; PIP: phosphatidylinositol phosphate; PKB: protein kinase B, PTP: protein‐tyrosine phosphatase.

L’insulino resistenza, che è di per sĂŠ un forte predittore di malattia aterosclerotica cardiovascolare6, è riscontrabile in un ampio spettro di condizioni, che includono l’obesitĂ , il sovrappeso con distribuzione androide (principalmente viscerale), il prediabete, l’ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, l’aterosclerosi, la lipodistrofia, la sepsi, l’uso di steroidi, la sindrome di Cushing, l’eccesso di ormone della crescita, l’ovaio policistico, il cancro, le patologie neurodegenerative, la gravidanza e, come detto, il DT26, 7. Va inoltre menzionato che l’insulino-resistenza può essere riscontrata anche in soggetti sani, in percentuali che vanno dal 5% in soggetti normopeso e senza alterazioni metaboliche significative, al 20-40% nei soggetti in sovrappeso altrimenti sani8. Quando le summenzionate condizioni si sovrappongono a una predisposizione genetica, impongono alle β-cellule pancreatiche di incrementare la secrezione insulinica per vincere l’insulino-resistenza. Inizialmente le β-cellule rispondono adeguatamente e la tolleranza glucidica rimane normale. Tuttavia, con il tempo la funzione β-cellulare si esaurisce, e l’inadeguata secrezione insulinica in presenza di insulino-resistenza determina iperglicemia post-prandiale (alterata tolleranza ai carboidrati), alterata glicemia a digiuno e, infine, diabete conclamato4. Sebbene i difetti nell’azione dell’insulina siano reversibili (anche in pazienti con T2D) con la correzione dello stile di vita (regimi ipocalorici, calo ponderale, incremento dell’attivitĂ  fisica), un intake calorico eccessivo continuativo crea un circolo vizioso di iperinsulinemia e insulino-resistenza che culmina nel fallimento della β-cellula, anche a causa dell’effetto tossico dell’iperglicemia (glucotossicitĂ ) e della lipotossicitĂ .

Bibliografia

  1. Petersen MC e Shulman GI. Mechanisms of Insulin Action and Insulin Resistance. Physiol Rev. 2018;98:2133-2223.
  2. Haeusler RA, McGraw TE e Accili D. Biochemical and cellular properties of insulin receptor signalling. Nat Rev Mol Cell Biol. 2018;19:31-44.
  3. James WP. The fundamental drivers of the obesity epidemic. Obes Rev. 2008;9 Suppl 1:6-13.
  4. Defronzo RA. Banting Lecture. From the triumvirate to the ominous octet: a new paradigm for the treatment of type 2 diabetes mellitus. Diabetes. 2009;58:773-95.
  5. Yaribeygi H, et al. Insulin resistance: Review of the underlying molecular mechanisms. J Cell Physiol. 2019;234:8152-8161.
  6. Di Pino A e DeFronzo RA. Insulin Resistance and Atherosclerosis: Implications for Insulin-Sensitizing Agents. Endocr Rev. 2019;40:1447-1467.
  7. Kang S, et al. Nuclear Mechanisms of Insulin Resistance. Trends Cell Biol. 2016;26:341-351.
  8. Bonora E, et al. Prevalence of insulin resistance in metabolic disorders: the Bruneck Study. Diabetes. 1998;47:1643-9.
[Totale: 1 media: 4]

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